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Diritti d’autore in crisi

Gli appassionati di diritto ricordano che in questi giorni si festeggia un particolarissimo compleanno: quella della tutela legislativa al diritto d’autore, che compie trecento anni.

A quanto ènoto, infatti, la prima legge mai varata a tutela dei diritti di sfruttamento delle proprie opere risale all’Inghilterra del 1710.


Venendo ai giorni nostri, perà², notiamo come i diritti d’autore, passati attraverso molte modifiche normative, anche di derivazione comunitaria, non stiano vivendo dei buoni momenti: sono soprattutto le canzoni e i film a soffrire maggiormente l’era di Internet, dove ogni giorno sorgono nuovi siti che consentono di scaricare gratuitamente opere musicali, cinematografiche o televisive.

Le proposte legislative per arginare il fenomeno non mancano, a partire dall’ipotesi di una modesta tassazione a carico di tutti i navigatori, i quali, all’interno della normale bolletta, pagherebbero forfetariamente per la possibilità  di godere delle opere dell’ingegno altrui. Tuttavia, i numerosi problemi di natura diplomatica (Internet à¨, per definizione, al di sopra dei confini nazionali) nonchè il dissenso dell’opinione pubblica rendono tali ipotesi molto remote.

Secondo le leggi oggi vigenti, il diritto permane in capo all’autore e ai suoi eredi fino a settant’anni dalla morte. A riscuotere provvede la SIAE, cui la legge attribuisce lo specifico compito in cambio di una percentuale sul ricavato pari mediamente al 16%.


Nel 2009, il totale dei diritti riscossi in Italia ammonta a circa 623 milioni di euro, una buona fetta degli oltre sette miliardi riscossi in tutto il pianeta: tale ultimo importo, perà², èin calo di quasi il 2% rispetto all’anno precedente, e questo non certo a causa di una diminuzione delle opere tutelate, che anzi non accennano lontanamente a decrescere.
Basti dire che nell’ultimo anno in Italia si sono iscritti alla SIAE circa cinquemila autori, mentre il numero complessivo ha superato ottantacinquemila.