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260mila baby lavoratori in Italia, il report INAIL

L’INAIL ha stilato un report dedicato ai baby lavoratori, una popolazione in aumento che in alcuni casi corre anche gravi rischi. I numeri raccontando di un esercito di 260 mila lavoratori molto giovani e di 30 mila ragazzi assolutamente a rischio. 

L’impiego dei giovanissimi non va incentivato, ma se non si puಠevitare va almeno tutelato. Questo èil senso di questo rapporto che pone l’attenzione su alcuni elementi molto importanti del panorama lavorativo contemporaneo.

Esperienze dure e poco sicure e soprattutto lavori che pregiudicano lo sviluppo dei ragazzi. La ciliegina sulla torta ènel fatto che spesso incidenti sul lavoro sono denunciati come incidenti di gioco. Ecco uno stralcio del report dedicato ai primi due punti. Il testo integrale delle riflessioni èdisponibile qui.

“La gavetta prima dei 16 anni pregiudica salute e benessere”.“L’idea che iniziare la gavetta presto possa aiutare i ragazzi a inserirsi meglio nel mondo del lavoro èfalsa e fuorviante – ha spiegato Giuseppe Mele, presidente di Paidà²ss – Un modo utile soprattutto a nascondersi ipocritamente di fronte alla realtà : lavorare prima dei 16 anni mette a rischio la salute e il benessere psicofisico e non aiuta a trovare meglio lavoro. Le stime indicano addirittura che un bambino costretto a lavorare prima del tempo da adulto avrà  il doppio delle difficoltà  per trovare un impiego dignitoso”.

“Spesso sono esperienze dure e insicure”. “Purtroppo c’ una diffusa mancanza di consapevolezza della pervasività  e delle conseguenze del lavoro minorile – ha confermato la senatrice Camilla Fabbri, presidente della commissione d’inchiesta sugli infortuni sul lavoro – L’istruzione nell’infanzia non puಠessere sostituita con il lavoro: gli impieghi dei minori non hanno mai ‘valore’ e soprattutto negano un diritto umano, quello a una crescita personale, sociale e morale in serenità  che ciascuno deve avere. Il lavoro minorile non èmai positivo, spesso si tratta di esperienze dure per gli orari estenuanti, la mancanza di condizioni di sicurezza, i rapporti complessi con i datori di lavoro anche quando si tratta di familiari. Un ragazzino lavoratore corre pi๠rischi di rimanere ai margini della società : l’istruzione deve essere garantita e l’abbandono scolastico combattuto con ogni mezzo, perchè l’unico modo per garantire che i giovani acquisiscano conoscenze e competenze davvero adeguate al mercato del lavoro in continua evoluzione”.