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Il lavoro degli immigrati e il PIL italiano in una relazione

Quando si torna a parlare di impieghi stagionali, si parla anche del lavoro degli immigrati ed èvidente che nel nostro paese sono tanti gli stranieri che lavorano e contribuiscono al PIL nostrano. Una relazione di Confindustria analizza il volume di questo fenomeno. 

Confindustria ha spiegato qual èl’apporto del lavoro straniero sul PIL italiano ma poi èuna ricerca del CNEL riportata da MeltingPot a fornire un quadro pi๠chiaro della situazione. Dice Confindustria

flussi stagionali 2012

Sull’immigrazione i dati mettono in luce in Italia una realtà  spesso diversa dall’opinione comune. Solo il 14% degli italiani ha una visione positiva dell’immigrazione ma senza l’apporto di lavoro straniero il PIL sarebbe di 124 miliardi pi๠bassoe sarebbe caduto di pi๠durante la crisi. Ma quanti sono gli immigrati in Italia? Solo il 9% della popolazione, contro il 26% percepito dalla maggioranza degli italiani, e la loro crescita puಠridurre gli squilibri demografici e dare impulso alla popolazione in età  lavorativa.

E aggiunge anche che pi๠della metà  degli italiani pensa che a causa degli immigrati sia pi๠difficile trovare un lavoro, in realtà  gli stranieri fanno lavori che questi non sarebbero comunque disponibili a svolgere e in alcuni settori il loro apporto ècruciale.

La ricerca “Il ruolo degli immigrati nel mercato del lavoro italiano” del Cnel e del ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali sottolinea come “non c’ effetto ’concorrenza’ in termini di perdita del posto del lavoro’’. Gli immigrati, infatti, troveranno soprattutto posti meno qualificati dove supereranno, nel 2020, il 50% degli addetti.
In genere gli immigrati sono colpiti del ben noto fenomeno della “sovra qualificazione”, cioèdal fatto di disporre, in genere, di un titoli di studio, ben superiore a quello richiesto per lo svolgimento del posto di lavoro che occupano. Cioèprovoca una segmentazione del mercato del lavoro, causato da una imperfetta e parziale assimilazione economica degli immigrati e che in parte èdovuta a fenomeni di discriminazione, di sottoinquadramento, di segregazione in posti di lavoro poco qualificati”.