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Elettronica di consumo salvata dal digitale terrestre

Il progressivo passaggio della televisione italiana dal sistema di trasmissione analogico a quello digitale, pur fra tanti problemi di natura tecnica e, soprattutto, culturale per le famiglie italiane, segna comunque un risultato unanimemente giudicato positivo: il fatto che tale passaggio stia avvenendo in molte Regioni proprio nel corso della crisi globale ha salvato il settore dell’elettronica di consumo da un’ecatombe del fatturato.


Sembrano, infatti, già  remotissimi i tempi in cui gli italiani correvano al negozio sotto casa o al centro commerciale per acquistare senza freni macchine fotografiche, lettori e registratori DVD, lettori MP3 e MP4, videocamere, smartphone e altri strumenti piuttosto costosi.

Il crollo del potere d’acquisto delle nostre famiglie, infatti, ha portato nel 2009 ad un tragico ridimensionamento nelle vendite di questi e altri beni ritenuti tutto sommato non indispensabili in tempi di vacche magre: le vendite di navigatori satellitari e DVD player sono scese del 28% rispetto al 2008 e poco meno per quanto riguarda autoradio, lettori portatili e tanti altri prodotti.

Un’altra mazzata viene dal settore gemello della telefonia cellulare: un -19,5% di vendite che costituisce un bruschissimo stop in un ambito che pareva crescere illimitatamente anno dopo anno.


Cos’ha salvato il settore, dunque? Proprio gli acquisti di decoder per il segnale digitale terrestre, incentivati dallo Stato e cresciuti del 192%, ma anche i televisori LCD e al plasma con decoder integrato (+22%) hanno dato il loro contributo. E buone notizie vengono anche da un mercato di nicchia, quello delle cornici digitali (+28%).

Nel complesso, dunque, l’elettronica di consumo ha retto alla tempesta. Le vendite complessive del settore sono infatti scese del 4,6%, un dato certo non soddisfacente, ma infinitamente migliore di quello stimabile qualora non fosse in corso il passaggio al digitale terrestre.